L’esercito italiano interviene per contenere il numero di cinghiali nel territorio nazionale e ridurre il rischio di aggressioni alla popolazione. Questo intervento mira anche a contrastare la diffusione della peste suina africana negli allevamenti di maiali, che può provocare gravi danni all’economia. Attualmente, la peste suina africana colpisce principalmente gli allevamenti situati nel Nord Italia.
La Coldiretti, un’organizzazione rappresentativa degli agricoltori italiani, ha accolto con entusiasmo l’intervento dell’esercito. Secondo loro, i danni causati dai cinghiali alle coltivazioni e la diffusione di malattie rendono necessaria una presa di posizione decisa. Durante la caccia, si darà particolare attenzione alle cinghiali femmine e ai cuccioli.
Il sostegno dell’esercito è stato ottenuto grazie al ministro della Difesa e all’assessore regionale all’agricoltura della Lombardia. Il presidente della Regione Lombardia ha sottolineato l’importanza di intervenire con fermezza per la salvaguardia del comparto suino. È noto infatti che la peste suina africana può portare alla chiusura di un intero allevamento. Ci sono stati casi in cui l’infezione è stata segnalata in ritardo, nella speranza di salvare l’allevamento.
La Lombardia ha già adottato delle misure di sicurezza, vietando la movimentazione di suini senza un certificato sanitario. Nonostante queste precauzioni, aumentano le aggressioni dei cinghiali, che si verificano sia in campagna che in città, addirittura sulle spiagge. Questa situazione ha portato il partito politico Fratelli d’Italia a proporre la caccia anche nelle aree protette e in città. Tale proposta ha suscitato diverse polemiche, poiché si pongono interrogativi sul modo in cui questa caccia influenzerà l’equilibrio dell’ecosistema e la sicurezza delle persone.
L’esercito italiano, dunque, scende in campo per affrontare il problema dei cinghiali e la diffusione della peste suina africana. L’obiettivo è garantire la sicurezza della popolazione e preservare l’economia del settore suino.
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