Inizia oggi negli Stati Uniti il processo contro Google per la sua presunta violazione delle regole sulla concorrenza. Il governo federale e diversi Stati accusano il gigante dell’internet di aver acquisito un quasi monopolio nel settore delle ricerche online, grazie a accordi esclusivi con aziende come Apple, Samsung e Motorola.
Secondo le accuse, Google avrebbe versato circa 45 miliardi di dollari all’anno a queste aziende, allo scopo di avere il suo motore di ricerca impostato come predefinito sui loro dispositivi. Questo avrebbe garantito a Google un’enorme base di utenti e limitato la concorrenza nel settore.
Se dimostrata la colpevolezza, Google potrebbe subire pesanti multe e potrebbe essere costretta a modificare le sue pratiche commerciali. Inoltre, potrebbe essere esclusa dalle prossime aste negli Stati Uniti e i giudici potrebbero anche ordinarne la divisione in diverse società , con l’obiettivo di spezzare il suo presunto monopolio.
L’esito di questo processo potrebbe avere conseguenze a catena anche per altre grandi aziende di internet, come Apple, Amazon e Meta. Queste imprese potrebbero essere chiamate a rendere conto delle loro pratiche commerciali e potrebbero essere soggette a indagini simili a quella di Google.
Nel tentativo di difendersi, Google ha dichiarato che il suo quasi monopolio è il risultato della superiorità del suo prodotto e non di tattiche abusive nei confronti dei suoi competitor.
La sentenza finale di questo processo verrà resa nota tra molte settimane, e l’esito avrà un impatto significativo non solo su Google, ma sull’intero settore tecnologico e sul futuro della concorrenza nell’ambito delle ricerche su internet.
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