La Conferenza episcopale del Pakistan ha indetto una “Giornata di preghiera” per la comunità cristiana di Jaranwala, alla periferia di Faisalabad, dopo gli attacchi subiti. I vescovi invitano tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà a partecipare alla giornata di preghiera. Il presidente della Conferenza episcopale cattolica pakistana e un vescovo hanno visitato le chiese profanate per portare conforto alla gente. Sono state bruciate o vandalizzate 21 chiese e 35 case di cristiani, oltre a centinaia di copie della Bibbia. Sono stati dispiegati seimila agenti e paramilitari per contenere il caos. Sono stati arrestati 146 persone per le violenze contro i cristiani, causate dall’accusa di blasfemia. Le autorità hanno ordinato un’inchiesta e registrato cinque ipotesi di reato. I responsabili sono indagati per terrorismo, disordini e profanazione dei luoghi di culto. Il primo ministro si è impegnato a ripristinare le chiese e le residenze della comunità cristiana entro tre o quattro giorni. Nonostante gli interventi delle autorità, le comunità cristiane nel Paese rimangono ancora spaventate. Due cristiani sono stati arrestati con l’accusa di blasfemia e di aver provocato le proteste dei musulmani.
La Conferenza episcopale del Pakistan ha annunciato la celebrazione di una giornata di preghiera per la comunità cristiana di Jaranwala, una località alla periferia di Faisalabad, dopo gli attacchi subiti di recente. I vescovi hanno invitato tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà a partecipare a questo momento di riflessione e solidarietà. Il presidente della Conferenza episcopale cattolica pakistana insieme a un vescovo hanno visitato le chiese devastate per portare conforto e sostegno alla gente colpita da questi atti di violenza.
Purtroppo, si contano ben 21 chiese bruciate o vandalizzate, oltre a 35 case appartenenti a cristiani. Inoltre, sono state anche danneggiate centinaia di copie della Bibbia. Di fronte a tale situazione di crescente insicurezza, le autorità hanno deciso di dispiegare ben 6000 uomini tra agenti e paramilitari al fine di contenere eventuali episodi di caos.
A seguito delle indagini, sono state arrestate 146 persone responsabili delle violenze perpetrate contro i cristiani. Tali violenze sono state scatenate da un’accusa di blasfemia. Inoltre, le autorità hanno aperto un’inchiesta e registrato cinque diverse ipotesi di reato. I responsabili saranno dunque indagati per i reati di terrorismo, disordini e profanazione dei luoghi di culto.
Per placare la rabbia e la paura della comunità cristiana, il primo ministro si è impegnato personalmente a ripristinare le chiese e le residenze entro un termine massimo di tre o quattro giorni. Tuttavia, nonostante gli sforzi delle autorità, le comunità cristiane nel Paese rimangono ancora spaventate e preoccupate per la loro sicurezza.
Inoltre, la situazione si complica ulteriormente con l’arresto di due cristiani accusati di blasfemia, che avrebbero scatenato delle proteste da parte dei musulmani. Questi eventi mettono in luce la tensione e l’intolleranza religiosa ancora presente all’interno del Paese.
La Giornata di preghiera indetta dalla Conferenza episcopale del Pakistan rappresenta quindi un momento di sostegno e di solidarietà per la comunità cristiana di Jaranwala, ma anche un richiamo alle istituzioni affinché si faccia tutto il possibile per garantire la sicurezza e la libertà di culto a tutti i cittadini del Paese.
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