Due bambine, di due e tre anni, sono state colpite dalla sindrome emolitico-uremica (Seu) e sono attualmente ricoverate in gravi condizioni all’ospedale Meyer di Firenze. Purtroppo, la bambina più piccola, originaria della Calabria, non è riuscita a sopravvivere ai danni causati da questa malattia acuta rara. Nonostante l’intervento tempestivo e la somministrazione dei farmaci appropriati in terapia intensiva, il decorso della malattia è stato fulminante e non ha lasciato scampo alla giovane paziente.
La seconda bambina, di tre anni e proveniente da Arezzo, sta lottando contro questa malattia che colpisce principalmente i bambini nei primi anni di vita. Dopo una lunga permanenza in terapia intensiva, attualmente è ricoverata nel reparto dedicato. La sindrome emolitico-uremica causa la formazione di piccoli coaguli di sangue in tutto il corpo, bloccando l’afflusso di sangue ad organi vitali come il cervello, il cuore e i reni.
I casi delle due bambine sono stati segnalati all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute dall’Asl Toscana centro. Questa sindrome è causata da un ceppo particolarmente aggressivo del batterio Escherichia coli (Stec) e si trasmette principalmente attraverso il consumo di cibi contaminati, come latticini o frutti di bosco. Tuttavia, può essere contratta anche attraverso il contatto diretto con animali ruminanti infetti, l’ambiente contaminato o la trasmissione tra persone che sono entrate in contatto con tracce di feci.
Per prevenire la diffusione del batterio, è fondamentale seguire delle buone norme di igiene, specialmente lavando accuratamente le mani. La sindrome emolitico-uremica può avere un decorso grave, in alcuni casi con esito fatale, e può causare conseguenze a lungo termine. I sintomi variano in intensità da bambino a bambino, ma i segni comuni includono vomito e diarrea con presenza di sangue, dolore addominale intenso, sonnolenza, debolezza e blocco delle urine.
Questa grave situazione richiama l’attenzione sull’importanza di garantire la sicurezza alimentare e di adottare pratiche igieniche corrette. Sono in corso indagini per individuare l’origine dell’infezione e per prendere le misure necessarie per prevenire futuri casi. Le autorità sanitarie stanno anche lavorando per sensibilizzare il pubblico su questa malattia e promuovere l’adozione di comportamenti preventivi.
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