Il presidente russo Vladimir Putin continua a sostenere la teoria che il governo ucraino sia dietro all’attentato alla Crocus City Hall, nonostante l’assenza di prove concrete. Il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolaj Patrushev, ha accennato che ci sarebbero molte tracce di coinvolgimento ucraino nell’attacco, mentre il capo dei servizi di sicurezza russi, Aleksandr Bortnikov, ha accusato Kiev e l’Occidente di aver facilitato l’attacco.
Putin sta cercando di unire la popolazione russa nella guerra contro l’Ucraina utilizzando l’attentato come pretesto. Tuttavia, fonti interne al Cremlino riportate da Bloomberg non concordano con la teoria del presidente russo, sostenendo che non ci sono prove del coinvolgimento ucraino. Il dittatore bielorusso ha anche rivelato che i terroristi avevano cercato di scappare in Bielorussia, smentendo indirettamente la teoria di Putin.
Nonostante ciò, il portavoce del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov insiste sul coinvolgimento ucraino, citando la reazione degli americani alle prime ore dopo l’attentato come prova. La situazione rimane tesa e divisiva tra i vari attori internazionali coinvolti, con Putin che continua a puntare il dito contro l’Ucraina nonostante le crescenti voci contrarie provenienti anche dal suo stesso paese. Resta da vedere come si evolverà questa crisi e quali saranno le conseguenze sul fronte geopolitico e diplomatico.
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