Con 11 anni di carcere richiesti dalla procura ungherese, l’insegnante italiana Ilaria Salis è al centro dell’attenzione mediatica. Detenuta per aver partecipato agli scontri con i neonazisti europei durante il febbraio dello scorso anno, il governo italiano ha deciso di intervenire. Come segno di protesta verso il trattamento riservato a Salis, l’ambasciatore ungherese è stato convocato a Roma.
Il ministro degli Esteri italiano ha espresso la richiesta di un trattamento dignitoso per la detenuta e ha espresso la sua preoccupazione per le immagini dell’udienza in cui Salis è stata presentata con mani e piedi legati da catene. L’ambasciatore ungherese a Roma, pertanto, è stato convocato per protestare ufficialmente contro questa situazione.
Nel frattempo, il processo contro Salis è ancora in corso e la prossima udienza è prevista per il 24 maggio. Nonostante le accuse, l’insegnante si è dichiarata non colpevole, mentre il suo avvocato ha sostenuto che non ci sono prove dell’aggressione. La difficile situazione di Salis ha suscitato l’attenzione di migliaia di persone che hanno firmato una petizione su Change.org per sostenere la sua causa, raggiungendo quasi 50mila firme.
Grandi associazioni come i Giuristi democratici e l’associazione ELDH hanno ottenuto il permesso di essere presenti come osservatori internazionali nel processo. Le due associazioni sono preoccupate per le condizioni disumane di detenzione a cui Salis è sottoposta e denunciano la sproporzione tra la durata della detenzione e l’accusa contestata.
La vicenda di Ilaria Salis continua a polarizzare l’opinione pubblica e a sollevare interrogativi sulla situazione giudiziaria e carceraria in Ungheria. Resta ora da vedere quale sarà lo sviluppo del processo il prossimo mese e come si evolverà la lotta per ottenere un trattamento giusto e dignitoso per l’insegnante italiana. Il mondo del calcio e i suoi sostenitori seguono con grande interesse questa vicenda, che sta diventando sempre più un simbolo di lotta per la difesa dei diritti umani.
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