Il sito del Forum delle famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas ha iniziato a conteggiare i giorni trascorsi dall’inghiottimento dei 229 israeliani nei tunnel di Gaza. Le famiglie stanno lentamente perdendo fiducia nel governo di Benyamin Netanyahu, che sembra non essere in grado di riportare a casa gli ostaggi. Le proteste di piazza si stanno intensificando e molte persone stanno prendendo l’iniziativa di organizzare azioni individuali per cercare di liberare gli ostaggi.
Uno dei protagonisti di queste iniziative è Avichai Brodtz, il primo a sedersi davanti al ministero della Difesa di Tel Aviv per chiedere il ritorno della sua famiglia. Recentemente, Brodtz ha volato a Washington per incontrare l’ambasciatore del Qatar e chiedere il suo aiuto. L’incontro sembra essere stato positivo e Brodtz ringrazia il Qatar per il suo ruolo nella liberazione degli ostaggi.
Il primo ministro emiratino, Muhammad ben Abderrahman Al Thani, ha manifestato la speranza di una svolta imminente e mantiene i canali di comunicazione aperti. Tuttavia, Hamas ha dichiarato che gli ostaggi non saranno rilasciati fino a quando non verrà concordato un cessate il fuoco. Questa posizione crea preoccupazione nelle Brigate al Qassam, che temono che un’invasione o raid aerei possano mettere in pericolo la vita degli ostaggi.
Inoltre, si è notato che il sostegno degli israeliani a un’operazione di terra nella Striscia è diminuito per il timore di nuocere agli ostaggi o alle trattative in corso per il loro rilascio. La priorità sembra essere quella di garantire la sicurezza degli ostaggi e cercare una soluzione diplomatica.
La situazione rimane molto delicata e incerta, con le famiglie degli ostaggi che cercano disperatamente di riavere i propri cari in patria. Le speranze si concentrano ora sul Qatar e sulle possibili azioni che potrebbero contribuire a una svolta nella vicenda degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.