Incarcerata in Kazakistan, l’Italia chiede aiuto per un’adolescente di Lequile
Un’adolescente di 18 anni di Lequile (Lecce), di nome Amina Milo Kalelkyzy, attualmente si trova incarcerata nel carcere di Astana, la capitale del Kazakistan. La giovane è stata arrestata l’11 luglio scorso con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti, un reato che potrebbe costarle una condanna da 10 a 15 anni di carcere.
I genitori di Amina, disperati, sostengono che l’accusa sia del tutto infondata e che non ci siano prove concrete a sostegno. Affermano anche che la loro giovane figlia sia stata maltrattata, picchiata e segregata dalla polizia locale, subendo persino tentativi di stupro.
Secondo quanto riportato dal Quotidiano di Puglia, Amina si era recata in Kazakistan con sua madre per visitare alcuni parenti che vivono in loco. Tuttavia, la sua visita si è trasformata in un incubo quando è stata fermata una prima volta dalle forze dell’ordine il 2 luglio scorso e rilasciata solo dopo una notte di detenzione. In seguito, sarebbe stata fermata nuovamente e portata in un appartamento privato, dove sarebbe stata maltrattata per ben 16 giorni.
Le autorità avrebbero anche richiesto un riscatto di 60.000 euro per liberare la giovane. Sono stati i genitori ad accorgersi della situazione disperata di Amina e, grazie all’aiuto dell’ambasciata italiana ad Astana, hanno ottenuto il suo rilascio. Tuttavia, l’11 luglio scorso la giovane sarebbe stata nuovamente convocata dalla polizia e costretta a firmare documenti scritti in una lingua che non conosce. Subito dopo, è stata arrestata con l’accusa di traffico internazionale di droga.
Amina ha respinto fermamente le accuse rivoltele, scrivendo un appello disperato in cui chiede aiuto all’Italia, e in particolare al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, per poter tornare finalmente a casa. La Farnesina, vigile su questa situazione, ha garantito che il Ministro degli Esteri ha dato precise istruzioni all’ambasciata italiana di Astana affinché venga fornita la massima assistenza alla giovane durante questo difficile periodo.
La madre di Amina ha riferito che sua figlia ha tentato il suicidio ben due volte mentre era in carcere. Il padre adottivo della giovane ha lanciato un appello al governo italiano, affinché intervenga prontamente in questa vicenda, denunciando apertamente la violazione dei diritti umani internazionali che sta subendo Amina.
La situazione di questa giovane italiana in Kazakistan continua a destare grande preoccupazione, sia in Italia che all’estero. Mentre la famiglia si affida all’aiuto del governo italiano, rimane fiduciosa che si possa fare quanto necessario per portare Amina a casa sana e salva.
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