La tassa sugli extra profitti delle banche ha sorpreso l’arco politico e gli elettori in Italia. Milano ha aperto in contrazione di mezzo punto a causa di questa nuova imposta. Durante la giornata, le perdite sono aumentate, con un calo dell’indice Ftse Mib del 2,12% a fine seduta. È andato virtualmente in fumo un totale di 27,71 miliardi di euro, di cui un terzo è stato causato dal crollo dei titoli bancari. La misura prevede un’imposizione del 40% sui maggiori introiti guadagnati dagli istituti di credito. Questo prelievo del 40% scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 supera di almeno il 3% il valore dell’esercizio 2021.
Tra le banche più colpite da questa nuova tassa si trovano Bper, Mps, Fineco, Banco Bpm e Intesa. Ma non sono solo le banche italiane ad aver subito perdite durante la giornata. Anche altre piazze europee hanno registrato cali significativi. L’apertura della Borsa di Milano è stata caratterizzata da un calo dello 0,5% del Ftse Mib. Le banche continuano a scendere, con ribassi tra il 7% e l’8%. A mezzogiorno, il Ftse Mib amplia il calo a un 2,12%.
Tra le banche italiane più colpite, Bper Banca, Finecobank, Banco Bpm e Intesa Sanpaolo sono state le più penalizzate. Monte dei Paschi ha registrato un calo fino al 9,1%. Anche Credem e Popolare Sondrio hanno riportato perdite significative. Tuttavia, Mediobanca ha avuto un calo meno netto grazie al suo modello di business, che si basa sulla forte componente commissionale dei ricavi.
In generale, questo nuovo imposta ha causato preoccupazione nel settore bancario italiano e nelle piazze finanziarie europee. Gli investitori sono allarmati e guardano con attenzione agli sviluppi futuri. Il settore bancario potrebbe affrontare una fase di instabilità finché la situazione non si stabilizzerà e le banche non troveranno una soluzione per affrontare questa nuova tassa sugli extra profitti.
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