Il fratello di Saman Abbas, una testimonianza fondamentale nel processo in cui i genitori, uno zio e due cugini sono accusati per la morte della sorella, avrebbe dovuto essere indagato insieme agli altri familiari per garantire i suoi diritti legali, secondo i giudici. Le sue dichiarazioni sono state considerate inutilizzabili a causa di irregolarità e criticità nella gestione della sua condizione di minorenne. Tuttavia, l’audizione del ragazzo potrebbe influenzare l’esito del processo e le sue dichiarazioni, se ripetute, sarebbero incontestabili.
Il fascicolo della procura per i minorenni mostra che il ragazzo è stato iscritto nel registro degli indagati e interrogato come testimone in tre diverse occasioni. Tuttavia, i giudici sottolineano che il ragazzo avrebbe dovuto essere assistito da un avvocato, poiché era indagato nel processo riguardante la morte della sorella, ma questa garanzia non è stata rispettata. Inoltre, i giudici denunciano un ritardo nella trasmissione dei registri degli interrogatori dalla procura ordinaria alla procura dei minorenni.
Emergono anche prove che coinvolgono il ragazzo nell’omicidio di Saman, come le sue dichiarazioni sul progetto di ucciderla e i messaggi mostrati alla famiglia. Un messaggio vocale della zia paterna conferma che il ragazzo era a conoscenza del piano per l’uccisione di Saman. I giudici ritengono che il ragazzo avrebbe dovuto essere indagato per omicidio e che la sua posizione meritava ulteriori approfondimenti investigativi. L’iscrizione come indagato avrebbe garantito al ragazzo i suoi diritti legali e avrebbe permesso lo svolgimento di ulteriori indagini.
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