Secondo un recente studio condotto dall’Ocse, l’Italia ha la possibilità di aumentare il suo Pil pro capite del 3,5% entro il 2050 attraverso una serie di politiche attive sul lavoro, tra cui un maggior investimento nell’istruzione superiore e la riduzione del divario di genere nel mercato del lavoro.
Attualmente, l’Italia affronta un problema significativo legato al tasso di giovani Neet, che raggiunge il 23%. Questo dato colloca il paese al terzo posto tra i Paesi con il più alto numero di giovani che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione, superato solamente da Colombia e Turchia.
La scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro è dovuta, in parte, al loro ruolo tradizionale di curatrici della famiglia, agli stereotipi di genere presenti nel percorso educativo e a questioni fiscali. Per incentivare la partecipazione delle donne al lavoro, sono state introdotte misure come l’assegno unico universale e il calcolo delle imposte sul reddito individuale. Tuttavia, secondo esperti, sarebbe necessario eliminare gradualmente il sistema fiscale e previdenziale favorevole alle famiglie con un solo reddito.
Un altro fattore che potrebbe influenzare positivamente l’economia italiana è l’aumento del numero di iscrizioni all’istruzione terziaria. Attualmente l’Italia presenta una delle percentuali più basse di laureati tra i 25 e i 34 anni e molti giovani laureati scelgono di emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità lavorative.
Il sistema universitario italiano è critico nel fallimento di trattenere i ricercatori più talentuosi a causa delle basse retribuzioni e della mancanza di incentivi legati alla performance. Questo porta ad una continua emigrazione dei ricercatori italiani più brillanti, lasciando le università italiane senza i migliori talenti nella ricerca.
Le politiche attive sul lavoro potrebbero migliorare l’economia italiana nel suo complesso, portando ad un incremento del 1% del Pil. Tuttavia, l’introduzione dell’assegno di formazione potrebbe comportare risparmi di bilancio, ma aumenta il rischio di aumento della povertà per coloro che non possono accedere a una formazione adeguata o che hanno già raggiunto la durata massima di ricezione dell’assegno.
Per superare queste sfide, è necessario rafforzare gli incentivi finanziari per l’assunzione di nuovi lavoratori e potenziare il sistema di formazione. L’introduzione di una nuova piattaforma digitale rappresenta un passo positivo verso l’inclusione sociale e lavorativa, permettendo una maggiore accessibilità alle opportunità lavorative per tutti i cittadini italiani.
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