“Gli attacchi di Hamas contro le città e i villaggi israeliani, così come il lancio di migliaia di razzi su località abitate, rappresentano un’escalation seria e grave ”, che deve cessare immediatamente.
– I recenti attacchi di Hamas contro le città e i villaggi israeliani, compreso il lancio di migliaia di razzi vitali, rappresentano un’escalation seria e grave che deve essere fermata immediatamente.
L’inequivocabile condanna del movimento terroristico non arriva da un Paese occidentale storicamente allineato con Israele, ma dagli Emirati Arabi Uniti. Legata a Tel Aviv da tre anni con un accordo di pace, Abu Dhabi sembra aver scelto da che parte stare.
– Inaspettatamente, gli Emirati Arabi Uniti, un paese occidentale storicamente allineato con Israele e legato a Tel Aviv da un accordo di pace di tre anni, ha condannato in modo inequivocabile le azioni del movimento terroristico Hamas, dimostrando di schierarsi con Israele.
Il ministero degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan si definisce “sconvolto” dalle notizie sui rapimenti dei civili israeliani e sottolinea che il diritto internazionale proibisce questo trattamento dei non combattenti. Inoltre, esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime: “ Piango profondamente sia gli israeliani, sia i palestinesi uccisi ”. Il suo invito alla comunità internazionale è lavorare per ridurre la violenza ed evitare che il conflitto si estenda altrove.
– Il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan si è dichiarato “sconvolto” dalle notizie dei rapimenti dei civili israeliani, affermando che il diritto internazionale vieta il trattamento dei non combattenti in questo modo. Ha anche espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, affermando di essere profondamente addolorato per gli israeliani e i palestinesi uccisi. Ha invitato la comunità internazionale a lavorare insieme per ridurre la violenza e prevenire l’espansione del conflitto in altre aree.
L’”effetto contagio” è una preoccupazione che attraversa tutti gli Stati del Medio Oriente e, man mano che la reazione israeliana si intensifica, aumenta il rischio di un allargamento del fronte.
– L'”effetto contagio” è una preoccupazione che coinvolge tutti gli Stati del Medio Oriente, e con la crescente intensificazione delle reazioni israeliane, cresce il rischio di un ulteriore allargamento dell’area coinvolta nel conflitto.
Poche ore dopo l’inizio degli attacchi di Hamas, gli Hezbollah libanesi hanno condotto piccole azioni offensive al confine nord d’Israele. Tra sabato e domenica, un tentativo di assalto con le motociclette è stato respinto e le due parti si sono scambiate colpi di mortaio e artiglieria.
– Pochi ore dopo l’inizio degli attacchi di Hamas, gli Hezbollah libanesi hanno condotto piccole azioni offensive lungo il confine settentrionale di Israele. Durante il fine settimana, un tentativo di assalto con motociclette è stato respinto e le due parti si sono impegnate in uno scambio di mortai e colpi d’artiglieria.
La situazione al momento rimane stabile, ma Tel Aviv sta spostando truppe verso la frontiera settentrionale e il coinvolgimento diretto dell’Iran nell’operazione palestinese potrebbe rendere queste scaramucce un preludio all’apertura di un altro campo di battaglia.
– Attualmente la situazione rimane stabile, ma Tel Aviv sta spostando truppe verso il confine settentrionale, e il coinvolgimento diretto dell’Iran nelle azioni palestinesi potrebbe far diventare queste scaramucce un preludio all’apertura di un nuovo campo di battaglia.
Il rischio, però, rimane alto e da molti Paesi arabi arrivano appelli per una de-escalation. L’Egitto invita ad usare “ la massima moderazione e a evitare di esporre i civili ad ulteriori rischi ”, sottolineando che un aumento delle violenze influirà negativamente sui tentativi di raggiungere una tregua.
– Tuttavia, il rischio rimane alto e molti paesi arabi stanno chiedendo una de-escalation. L’Egitto invita a un uso della massima moderazione e a evitare di mettere ulteriormente a rischio i civili, sottolineando che un’ulteriore aumento della violenza avrà un impatto negativo sugli sforzi per raggiungere una tregua.
Parole simili arrivano dal Bahrain, il cui ministro degli Esteri scrive in un comunicato che bisogna “ preservare la vita delle persone ” e che un proseguimento del conflitto “ ostacolerà gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura in Medio Oriente ”.
– Anche il Bahrain ha espresso opinioni simili, con il loro ministro degli Esteri che afferma la necessità di preservare la vita delle persone e che il continuo conflitto ostacolerà gli sforzi per raggiungere una pace giusta e duratura in Medio Oriente.
Secondo le autorità di Manama, la soluzione è lavorare “ per stabilire lo Stato palestinese secondo la soluzione dei due Stati ”.
– Secondo le autorità di Manama, la soluzione consiste nel lavorare per stabilire uno Stato palestinese in conformità con la soluzione dei due Stati.
Anche l’Arabia Saudita chiede “ l’immediata cessazione delle ostilità ” tra le due parti in guerra e invita alla moderazione, ricordando però “ i ripetuti avvertimenti ” di Riad “ sui pericoli di un’esplosione della situazione a causa del perdurare dell’occupazione, della privazione del popolo palestinese dei suoi diritti legittimi e del ripetersi di provocazioni sistematiche ”.
– Anche l’Arabia Saudita chiede l’immediata cessazione delle ostilità tra le due parti in conflitto e invita alla moderazione, ricordando che Riad ha ripetutamente avvertito sui pericoli di un’escalation della situazione a causa della continua occupazione e della privazione dei diritti legittimi del popolo palestinese, nonché delle continue provocazioni sistematiche.
Qatar e Kuwait, invece, ritengono Israele il solo responsabile per lo scoppio di questo conflitto, a causa della “protratta occupazione” dei territori palestinesi e delle “continue e palesi violazioni del diritto internazionale” da parte di Tel Aviv.
– Al contrario, Qatar e Kuwait ritengono che Israele sia l’unico responsabile dell’innesco di questo conflitto, a causa della lunga occupazione dei territori palestinesi e delle continue violazioni palese del diritto internazionale da parte di Tel Aviv.
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