Uno studio pubblicato sull’autorevole New England Journal of Medicine e coordinato dall’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” ha portato alla luce un importante problema per la salute umana: il danno causato da polietilene e PVC. Secondo l’epidemiologo Philip J. Landrigan, l’esposizione alle microplastiche potrebbe rappresentare un nuovo fattore di rischio per problemi cardiovascolari.
Le micro e nano plastiche sono state trovate in diversi organi e tessuti umani cruciali, come placenta, latte materno, fegato, sperma e tessuti cardiaci. Uno studio condotto su 257 pazienti over 65 ha evidenziato la presenza di polietilene nel 58,4% dei casi e di PVC nel 12,5% nelle placche aterosclerotiche analizzate.
Queste micro e nano plastiche possono causare infiammazione sulle placche, aumentando il rischio di infarto e ictus. Le plastiche potrebbero entrare nell’organismo umano attraverso l’ingestione e l’inalazione, ad esempio tramite pneumatici o cibi confezionati in vaschette di plastica.
Il polietilene e il PVC sono tra le plastiche più utilizzate al mondo, con il polietilene che rappresenta addirittura il 40% della produzione mondiale di materie plastiche. La produzione annuale di plastica è cresciuta rapidamente negli ultimi decenni, e si prevede che raddoppierà entro il 2040 e triplicherà entro il 2060.
Questa ricerca mette in luce l’urgente necessità di ridurre l’uso di polietilene e PVC e trovare soluzioni sostenibili per affrontare il problema delle microplastiche per la salute umana. La protezione dell’ambiente e della salute pubblica devono diventare una priorità per tutti i settori della società.
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